Mutuo antipanico

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Tasso variabile per due anni e poi il fisso, ma di oggi.
è la proposta di Bnl per sfruttare i tassi bassi e con un rischio minimo di vedere lievitare la rata. Un mercato dei mutui abbastanza vivace a dispetto della crisi. Una rinnovata propensione dei mutuatari verso il tasso variabile nonostante le criticità di solo un anno fa. Un crescente ricorso a rinegoziazione e surroga. Insomma mutui in costante fermento, movimentati dalla necessità di adattarsi a nuove e esigenze e situazioni. Stefano Calderano, direttore divisione retail e private di Bnl, spiega come.

Qual è l’attuale situazione del settore mutui, e in cosa è diversa rispetto al passato?
R. Dopo il forte calo del primo trimestre 2009, in termini di erogato il mercato si è mosso in linea con il 2008, e lo stesso è accaduto anche a Bnl, ma smorzando le fasi di debolezza. A cambiare sono state piuttosto le motivazioni dei nuovi mutui, non più generati dall’acquisto di una casa, quanto da rinegoziazione o surroga di un mutuo esistente oppure da necessità di liquidità. In questo caso non nuovi mutui, quanto parziale rifinanziamento di quelli in essere. Variazioni sostanziali anche nella tipologia, che un anno fa vedeva il 70-80% di mutui a tasso fisso e il resto indicizzati, ripartizione che oggi è addirittura ribaltata.

Un ritorno al variabile che proprio nei giorni scorsi ha portato a un invito esplicito di Bankitalia ad allertare al massimo la clientela sui rischi connessi…
R. In realtà Bnl ha sempre privilegiato il fisso, al punto che le percentuali sono al contrario rispetto a quelle di mercato. Detto questo è innegabile che oggi, con i tassi ai minimi termini, i prodotti indicizzati siano quasi irresistibili visto il divario di oltre tre punti esistente tra i mutui a tasso fisso e quelli indicizzati. Da qui l’idea del nuovo Bnl 2 in 1, che è a tasso variabile per due anni, per poi passare al fisso.

Quali i vantaggi?
R. Diversi. Intanto il fatto di godere dell’Euribor oggi ai minimi, e per due anni, periodo in cui si stima che resti basso, con un risparmio del 30% sulla rata. Dopodichè, anche in caso di rialzo dei saggi, il fisso cui si accederà sarà quello odierno dei mutui Bnl a tasso fisso.

Perchè non avete puntato, come altre banche, su un mutuo con cap, che tra l’altro consente di approfittare anche dei cali dei tassi futuri?
R. Per la semplice ragione che il problema n on è solo di sostenibilità della rata, ma anche di propensione al rischio. I mutui con cap fissano un tetto oltre cui il mutuo non può andare, ma fino a che questo non si raggiunge, la rata continua a salire, e per alcuni questo è psicologicamente insopportabile. E lo dimostra il fatto che i mutui a tasso variabile e quelli con cap hanno più o meno lo stesso tasso di default.

Rispetto al passato, sono diversi i mutui che erogate oggi in termini di durata, ammontare e loan to value concessi?
R. Di poco. Le durate sono le stesse, cioè arriviamo ancora a 40 anni, anche se i mutui sopra i 30 anni rappresentano solo il 5% dell’erogato. E anche le cifre concesse, inferiori alla media solo di 2-3.000 euro. Stesso discorso per l’Ltv, sempre pari all’80%, tranne che per il mutuo a tasso variabile dove il limite è al 75% del valore della casa acquistata.

Fonte: Milano Finanza

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