Piano Casa, in Lombardia già possibili i lavori

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Via ad ampliamenti volumetrici e interventi per la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. Diventa operativa oggi la Legge Regionale 13/2009 che ha recepito gli accordi sul Piano Casa. è scaduto infatti il tempo a disposizione dei Comuni per escludere determinati territori dall’applicazione della norma o stabilire sconti fino al 30% sugli oneri di urbanizzazione.

Una volta ottenuto il quadro normativo di riferimento, diventa quindi possibile presentare la Dia o i permessi per la realizzazione dei lavori, che dovrebbero far circolare nuova linfa nel settore costruzioni.

Gli obiettivi del  Piano Casa hanno subito però notevoli limitazioni, espresse nelle delibere comunali che hanno circoscritto la portata degli interventi, suscitando il malcontento degli operatori del settore. Sono infatti molte le imprese edili a rischio chiusura, o che saranno costrette a intraprendere la via dei licenziamenti.

A Milano il Consiglio comunale ha approvato a larga maggioranza, con un solo contrario e tre astenuti, la delibera che esclude dall’applicazione della legge il centro storico, delimitato dalla Cerchia dei Bastioni, e altri 11 quartieri: Villaggio dei Giornalisti, Cimiano, Porpora, Pisacane, Aspar, Del Sarto, Lincoln, Washington, Qt8, Postelegrafica e Borgo Pirelli. Prevista la costruzione di un metro quadro di parcheggi per ogni metro cubo di ampliamento. Il recupero funzionale viene limitato all’involucro edilizio. Gli interventi di ampliamento nel settore dell’edilizia residenziale pubblica sono limitati al 40% per la sostituzione, senza la possibilità, riconosciuta dalla legge regionale, di realizzare nuovi edifici.

In base alla delibera comunale, per l’individuazione delle zone a prevalente destinazione residenziale fa fede il Prg e non il solo contesto in cui è ubicato il fabbricato, come previsto dalla norma regionale.

A Brescia sono consentiti interventi per il recupero di immobili abbandonati, ampliamento fino al 20% di volumetrie entro i mille metri cubi, demolizione e ricostruzione di edifici residenziali e produttivi con bonus volumetrico sino al 30% del volume preesistente e riqualificazione dei quartieri di edilizia residenziale pubblica.

Maggiori restrizioni in provincia, come nel Comune di Iseo. Ammessi agli ampliamenti solo gli edifici extra-agricoli in zona agricola e i volumi esistenti nelle zone B2, di completamento residenziale, e B3, residenziali con verde privato. Nessun intervento per centri storici, nuclei di antica formazione, zone B1 residenziali, D1 (produttive di completamento), D2 (produttive di espansione), E1 (agricole produttive) e E2 (agricole di monte). Esclusi anche campeggi, villaggi turistici, attrezzature cantieristiche, zone di riqualificazione previste nel Prg vigente, come il parco delle Polle, l’ area d’interscambio Snft, Montecolino e le Piane di San Martino. Respinte due mozioni per rimuovere dagli ambiti di esclusione le zone B1e le A (centri storici).

Secondo il sindaco di Iseo Riccardo Venchiarutti la delibera ha cercato di preservare gli ambiti più delicati dal punto di vista urbanistico, storico, monumentale, paesistico e ambientale, mentre le scelte propositive vere e proprie saranno inserite nel Pgt.

Limiti analoghi sono stati attuati a Como, Bergamo e Lodi.

Alternative future: I paletti introdotti lasciano temere pochi riscontri, per cui già si pensa a una modifica della legge, da inserire nel collegato alla finanziaria regionale, per inserire la modifica delle sagome negli interventi di demolizione e ricostruzione. Le zone del centro storico o di antica formazione e le aree cosiddette di trasformazione per le quali il Prg prevede progetti-norma di cui non è stata ancora siglata la convenzione. Entrano nel provvedimento, invece, le zone artigianali come Girelli, Buffalora, la zona a sud di via Vallecamonica e Folzano, a patto che non ci siano problemi di parcheggi o viabilità. Ammesse anche tutte le zone definite “A”, incluse le villette a schiera.

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