Crisi immobiliare, aumento dei pignoramenti casa

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La campana a morto l’ha suonata non più tardi di due settimane fa il Sole 24 Ore, che non è noto per essere solitamente catastrofista: «In media quasi il 17% in più rispetto ai pignoramenti attivati nello stesso periodo dell’anno scorso (dato che sale al 40% se il confronto è con i numeri del primo semestre 2006). Un’impennata che riguarda nell’80-90% dei casi azioni esecutive proposte dalle banche per tutelarsi dai titolari di mutuo inadempienti, come confermano le stime di alcuni Tribunali.»

Cifre e andamenti complessivi calcolati sul monitoraggio fornito dal ministero della Giustizia e confermati dai singoli Uffici Giudiziari.

Aumentano quindi non solo gli sfratti per morosità ma anche i  pignoramenti, cioè la perdita della casa, in parte già pagata a caro prezzo, il sogno di un tetto che se ne va perché la banca non può attendere (figuriamoci, in questo momento!).

E’ una situazione drammatica (tragica per i diretti interessati) cui si fa fronte quando e come si può, ivi compresi i pannicelli caldi messi in atto, molte volte soltanto a parole, dalla pubblica amministrazione.

Il Piano Nazionale Casa verrà, se verrà, sempre che le risorse, peraltro non ancora rese disponibili dall’attuale Governo (figuriamoci, del Piano si comincia, forse, a discutere soltanto adesso!), non verranno dirottate verso l’Alitalia di turno o i banchieri o questa o quella industria, per non parlare di “esemplari” dissesti finanziari, come quello del Comune di Catania, prontamente ripianati perché gli impegni elettorali sono impegni elettorali e il conto va pagato come un  debito al gioco, mai sia!

Nella crisi a fosche tinte di ogni genere e maniera si scopre però che esistono realtà, ovviamente di scarso impatto mediatico che pure hanno fatto del disagio abitativo la loro missione (che riescano o no nell’intento è tutta un’altra questione).

Recentemente, forse qualche lettore ricorderà, è scoppiata una polemica fra il Sindaco di Roma, Alemanno, e alcuni rappresentanti degli inquilini della Capitale a proposito di housing sociale. Questi ultimi hanno accusato il Sindaco di non sapere neppure di cosa parlasse.

Ebbene, è interessante a questo proposito scoprire che esiste una Fondazione Housing Sociale, costituita nel 2004 per realizzare il Progetto Housing Sociale della Fondazione Cariplo: «La Fondazione promuove, progetta e gestisce azioni volte a sostenere iniziative socialmente orientate che contribuiscano a risolvere il problema abitativo.»

Ed è appena il caso di ricordare che in un recente Forum Architettura (Milano 3 ottobre 2008) proprio il direttore della Fondazione Housing Sociale, Sergio Urbani, ha voluto coniare una definizione adeguata dell’housing sociale (almeno com’è inteso in Italia, con buona pace del Sindaco di Roma e dei suoi competitors inquilini) che sarebbe la seguente: «‘Housing sociale‘ significa l’insieme di alloggi e servizi, di azioni e strumenti con connotazione sociale rivolti a coloro che non riescono a soddisfare sul mercato il proprio bisogno abitativo, per ragioni economiche o per l’assenza di un’offerta adeguata.»

E adesso che lo sappiamo? Potremo bussare alla porta della suddetta Fondazione in caso di bisogno? Forse no, ma apprendere della sua esistenza può essere di conforto. Volete scrivere al Team? Trovate gli indirizzi qui.

Altro discorso è quello di Federabitazione (emanazione di Confcooperative): «Le cooperative ed i consorzi di abitazione, aderenti alla Confederazione delle Cooperative Italiane, sono organizzati nella Federazione Nazionale delle Cooperative Edilizie di Abitazione, brevemente denominata FEDERABITAZIONE, con sede a Roma, B.go S. Spirito, 78. Le cooperative di abitazione operano nel settore dell’edilizia sociale privata. Scopo principale dell’attività è l’assegnazione di un alloggio ai propri soci, con modalità diverse a seconda delle caratteristiche della cooperativa.»

Si può scrivere al presidente o al direttore alle email che seguono: Presidente, Giuseppe Venturelli, Venturelli.g@confcooperative.it; Direttore, Antonio Perruzza, Perruzza.A@confcooperative.it

Realtà profondamente diversa è la Fondazione La Casa, una onlus con sede a Padova di cui il nostro giornale ha parlato più volte, ma soprattutto attraverso un’intervista al direttore Trabuio.

«La metodologia operativa della Fondazione La Casa Onlus – si legge nella presentazione – è centrata sulla partecipazione multi-istituzionale aperta alle molteplici forme di collaborazione pubblico/private che la sussidiarietà suggerisce per un moderno sistema di welfare. Fa capo direttamente alla Fondazione il reperimento e la gestione del patrimonio immobiliare, con caratteristiche tipologiche flessibili, complementari e diversamente distribuite rispetto al patrimonio destinato all’edilizia residenziale pubblica.»

Per informazioni l’email della Fondazione è la seguente: info@fondazionelacasa.org

Aggiungo i riferimenti a una cooperativa che opera in quel della Lombardia e che si presenta così: «DAR è una cooperativa di abitazione nata nel 1991 con l’obiettivo di ricercare alloggi dignitosi a basso costo da affittare a tutti coloro, lavoratori italiani e stranieri, che non possono sostenere gli alti affitti del mercato libero. Ad oggi DAR ha risanato e assegnato 190 alloggi a oltre 200 famiglie.»

Resta da dire che, con riferimento alle notizie di cui sopra, si tratta di pure e semplici informazioni, niente di più.

Ma chi si trova in difficoltà non deve prima di ogni altra cosa conoscere le  disponibilità che questo scombinato Paese mette loro a disposizione? A me sembra proprio di sì.

Fonte: QuotidianoCasa.it

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