Le banche, in base a un accordo con il ministero dell’Economia, offriranno ai clienti la possibilità di rinegoziare i mutui prima casa a tasso variabile accesi prima del 2007.
L’annuncio è stato dato a sorpresa dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti al termine del primo Consiglio dei ministri. “La riforma – ha spiegato il numero uno di via XX settembre – è a zero. Non è un miracolo, ma un sollievo per molte famiglie”.
I numeri parlano chiaro. La possibilità di rinegoziare i mutui consentirà di alleggerire le rate di 1.250.000 famiglie per circa 850 euro all’anno su un mutuo ventennale da 80mila euro. I risparmi oscillano, invece, dai 70 ai 120 euro al mese nel caso di un finanziamento più lungo e per importi maggiori.
Grazie a questa convenzione le rate dei mutui a tasso variabile per la prima casa, stipulati prima del gennaio 2007, potranno diventare a rata fissa e l’importo della rata sarà quello pagato in media nel 2006, quando i tassi erano inferiori a quelli attuali. La scadenza – ha assicurato il ministro Tremonti – “sarà quella del mutuo. Se nel frattempo i tassi sono saliti, il mutuo dura un po’ di più, altrimenti si restituiscono i soldi”.
In particolare, la rinegoziazione comporterà la riduzione dell’importo della rata a cominciare da quelle che scadranno dopo 90 giorni dalla data di rinegoziazione. La nuova rata si calcola applicando all’importo originario del mutuo, il tasso di interesse contrattuale medio del 2006.
La differenza tra l’importo della rata dovuta secondo il piano di ammortamento originariamente previsto e quello risultante dall’atto di rinegoziazione è addebitata su di un conto di finanziamento accessorio regolato al tasso Irs a dieci anni, riferito alla data di rinegoziazione, maggiorato di uno spread dello 0,50 (dunque a tasso fisso). In altre parole, quello che eventualmente si risparmierà su ogni rata diventa poi un debito futuro, accumulato su un conto corrente apposito e intestato al cliente. è una sorta di nuovo finanziamento che il cliente restituirà, quando avrà finito di pagare il mutuo principale, con altre rate. Poi, alla fine del mutuo, si vedrà quanto resta eventualmente da pagare e aumenterà il numero delle rate fino a saldare il debito. è su questa somma che si pagherà un interesse, calcolato in base al tasso prestabilito, vale a dire l’Irs.
Per quanto riguarda la scadenza del mutuo rinegoziato, spiega l’Abi- “se nel tempo che va dal momento della rinegoziazione alla scadenza i tassi di interesse sono mediamente saliti o non sufficientemente diminuiti, la durata del mutuo verrà automaticamente estesa – sempre con la medesima rata fissa – per il periodo sufficiente a rimborsare l’eventuale finanziamento accessorio”.
“L’iniziativa – ha dichiarato il presidente dell’Abi, Corrado Faissola – viene incontro a quelle famiglie che si sono trovate in difficoltà con il pagamento delle rate del mutuo dopo i rialzi dei tassi di interesse decisi dalla Banca centrale europea dalla fine del 2005”.
La convenzione sarà stipulata entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto legge varato dal Consiglio dei ministri.
Fonte: Miaeconomia