Abolizione dell’ ICI sulla prima casa

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L’abolizione dell’Ici sulla prima casa, che il leader del Pdl Silvio Berlusconi ha promesso di varare al primo Consiglio dei ministri, ha un costo di circa 2 miliardi di euro. La stima arriva dall’Anci, l’associazione dei comuni italiani.

L’abolizione dell’Ici sarà decisa nel primo Consiglio dei ministri del nuovo governo del Pdl. Questa una delle priorità segnalate nella prima giornata di Silvio Berlusconi da presidente del Consiglio in pectore.
Il Cavaliere, intervenendo telefonicamente in diverse trasmissione televisive e radiofoniche, all’indomani di una netta vittoria elettorale, ha annunciato di avere “il disegno di legge pronto per l’abolizione dell’Ici assieme alla detassazione del lavoro straordinario e ai premi di produttività, e insieme anche al bonus di mille euro per i nuovi nati”.

Numeri alla mano, il taglio dell’Imposta comunale sugli immobili ammonta a circa 2,1 miliardi di euro. L’importo si desume incrociando i dati dell’associazione dei comuni italiani (Anci) con quelli forniti dal governo uscente durante l’esame in Parlamento della Finanziaria 2008. Secondo l’ufficio stampa dell’Anci, l’Ici sulla prima casa assicura un gettito pari a 2,9-3 miliardi di euro l’anno.
L’ultima Finanziaria ha però introdotto nel 2008 un’ulteriore detrazione rispetto a quella base di 103,29 euro pari all’1,33 per mille fino a un massimo di 200 euro. L’intervento, stando a quanto indicato nella relazione tecnica alla legge di bilancio, pesa così sulle casse dello Stato per 823 milioni, poichè il governo si è impegnato a rimborsare la perdita di gettito ai comuni.
Cifre tutto sommato analoghe si riscontrano se si guarda alle stime fornite dagli uffici del Tesoro sempre nella relazione tecnica alla Finanziaria, dove il gettito complessivo stimato sulle sole abitazioni principali per i beneficiari della nuova agevolazione (escluse ville, case di lusso e castelli) è indicato a circa 2,7 miliardi di euro annui.

Via libera così anche dall’Anci all’abolizione dell’Imposta.
Secondo il vice presidente dell’Associazione, Osvaldo Napoli, è infatti possibile l’operazione, dal momento che si può contare su di un fondo che già esiste presso il ministero dell’Interno”. Sono stati Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti, ha spiegato Napoli, ad assicurare all’Anci la certezza della copertura finanziaria, anche se non si conosce ancora l’entità del fondo.
Secondo Napoli, se l’Ici venisse abolita solo per la prima casa, il costo dell’operazione “non rappresenta una grande cifra, poco più di 2 miliardi di euro all’anno, che inciderà in modo assolutamente lieve sui conti pubblici”. “è da considerare anche che l’Ici è una tassa ingiusta – ha concluso Napoli – che va a colpire il bene primario di ogni famiglia, la casa. Un bene che rappresenta i sacrifici di una vita”.

Numeri, quelli sul taglio dell’Ici, che vengono confermati – anche se un po’ al rialzo – dalla Cgia di Mestre: per l’associazione degli artigiani mestrina si tratta di circa tre miliardi l’anno. Si salirebbe a 10 miliardi di euro se l’abolizione dovesse valere per ogni abitazione. Secondo la Cgia di Mestre, se l’Ici venisse davvero abolita, verrebbero premiate maggiormente le famiglie romane, con un risparmio di circa 413 euro all’anno. A seguire le famiglie di Padova (356 euro), Pisa (332 euro) e Firenze (330 euro).
Il nodo cruciale resterebbe però come garantire ai Comuni lo stesso introito.

Fonte: Miaeconomia

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