La Bce non alza il costo del denaro, ma si impenna l’Euribor sul quale sono calcolati i prestiti a tasso variabile .
Nuova stangatina quindi in arrivo per i mutui a tasso variabile.
La crisi di liquidità che sta investendo i mercati se da una parte ha convinto la Banca centrale europea a rimanere alla finestra evitando un ritocco all’insù, di contro ha fatto lievitare l’Euribor, quel parametro utilizzato dalle banche per aggiornare le rate dei mutui a tasso variabile.
Se cresce l’Euribor significa che i mercati valutano in crescita il costo reale del denaro e dunque lo fanno pagare più caro.
E nelle ultime settimane l’Euribor ha macinato discreti aumenti. «In agosto – spiega Roberto Anedda, vicepresidente di MutuiOnline – è schizzato al 4,4-4,7 per cento, a dimostrazione che la crisi di liquidità ha influenzato i tassi reali di mercato, pur in presenza di un tasso d’interesse della Bce fermo al 4 per cento».
Come dire che chi ha un mutuo a tasso variabile non deve guardare tanto a quello che farà la Banca centrale, ma piuttosto a come variano gli indici Euribor.