Nel 2007 l’Ici sulla prima casa porterà nelle casse dei Comuni il 5,71% in meno rispetto all’anno scorso.
Le grandi manovre sull’imposta, che dopo mesi di dibattito il Governo ha annunciato per il 2008 all’interno di un più articolato «pacchetto-casa» (si veda Il Sole-24 Ore del 7 luglio), sono in realtà già iniziate a livello locale, senza troppa enfasi.
Il dato emerge rielaborando la radiografia completa dell’imposta che l’Ifel, l’istituto per la Finanza e l’economia locale dell’Anci, ha realizzato all’interno del Rapporto 2007 sulla manovra finanziaria dei Comuni, che sarà presentato domani mattina a Roma.
Un’analisi dettagliata, Comune per Comune, che permette di confermare le stime compiute all’indomani delle deliberazioni comunali (si veda ad esempio «L’Irpef toglie, l’Ici ridà (in parte)» sul Sole-24 Ore del 19 marzo) e, soprattutto, di quantificare gli effetti rapportandone il peso al numero di abitanti coinvolti.
Su queste basi, si arriva a calcolare che l’aliquota media per la prima casa ha invertito la marcia rispetto agli anni passati, ed è diminuita dell’1,56% rispetto alla media del 2006.
Contemporaneamente, le Giunte hanno agito anche sulle agevolazioni e 158 Comuni, in cui abita poco più di un milione di italiani, hanno abbandonato la detrazione base per introdurre sconti più consistenti.
Si può stimare che l’insieme di queste novità, anch’esse «pesate» sulla base degli abitanti interessati, hanno portato la detrazione media a crescere di almeno il 3 per cento.
Assumendo come riferimento un gettito di 2,3 miliardi nel 2006, prodotto da 16,7 milioni di «prime case», si scopre che lo sconto medio rispetto all’anno scorso è del 5,71%, e costa ai Comuni 131,9 milioni.
Se si prende come riferimento un gettito di 2,9 miliardi, indicato dalle elaborazioni più recenti dell’Economia, lo sconto medio si attesta al 5 per cento.
Fonte: Il Sole 24 Ore