IRPEF sulla 1° Casa

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Nella Finanziaria 2007 una  tassa occulta: IRPEF sulla 1° casa
La Finanziaria 2007 contiene una forte penalizzazione per i proprietari di casa,  che per effetto della stessa pagheranno più imposte rispetto a tutti gli altri contribuenti.

La nuova tegola sulla casa non è, questa volta, evidente, ma nascosta in uno dei 1.364 commi della Finanziaria, quello che prevede la trasformazione delle deduzioni dal reddito per carichi di famiglia, lavoro e pensione in detrazioni d’imposta, variabili in funzione del reddito complessivo del singolo contribuente.

Ed è proprio il riferimento al reddito complessivo ad introdurre quella che è stata giustamente definita come una tassa indiretta sulla casa.

Il meccanismo introdotto dal Governo prevede infatti che l’importo effettivamente spettante delle nuove detrazioni – sostitutive, come detto, delle deduzioni in vigore fino al 31 dicembre 2006 – venga calcolato sul reddito complessivo del contribuente.
In sostanza, maggiore è il reddito complessivo (costituito dai vari redditi, da lavoro o di altra natura) e minori sono le detrazioni.

Nella definizione di “reddito complessivo”, però, rientra anche la rendita relativa all’abitazione principale, con le relative pertinenze, che pur rimanendo formalmente esente (e quindi non direttamente tassata ai fini Irpef), verrà utilizzata come base di riferimento per il calcolo delle detrazioni. Essa, pertanto, sarà decisiva per determinare l’entità delle riduzioni di imposta. Con la conseguenza che il proprietario della “prima casa” avrà un reddito più alto sul quale calcolare le detrazioni e, di conseguenza, pagherà più Irpef rispetto ad un contribuente che proprietario di “prima casa” non sia.

La lettura della norma – pur complicata – rende evidente tale effetto. Essa prevede che in presenza, ad esempio, di redditi di lavoro dipendente, la detrazione sia pari a 1.338 euro, “se il reddito complessivo è superiore a 15.000 euro ma non a 55.000 euro”, aggiungendo che “la detrazione spetta per la parte corrispondente al rapporto tra l’importo di 55.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e l’importo di 40.000 euro”.

Si ipotizzino allora due contribuenti, entrambi titolari di redditi di lavoro dipendente pari a 50.000 euro lordi annui, ma uno solo dei due proprietario anche dell’abitazione principale, avente una rendita catastale di 2.000 euro. Ebbene, poichè la disposizione prevede che la detrazione diminuisca proporzionalmente al crescere del reddito complessivo, risulta chiaro come la presenza nel reddito complessivo della rendita catastale dell’abitazione principale porti ad una maggiore imposizione fiscale per il proprietario di “prima casa”. Restando all’esempio, a parità di redditi da lavoro (50.000 euro lordi annui), il contribuente proprietario dell’abitazione principale avrà una detrazione di 100,35 euro (55.000–52.000/40.000=0,075×1.338=100,35), mentre l’altro contribuente avrà una detrazione di 167,25 euro (55.000–50.000/40.000=0,125×1.338=167,25). Il proprietario dell’abitazione principale avrà dunque una minore detrazione d’imposta (e, quindi, una maggiore tassazione) del 40%.

Si tratta di una tassa occulta e iniqua. Occulta, perché – come detto – formalmente viene mantenuta in vita la norma che dispone l’esenzione Irpef dell’abitazione principale, ma di fatto il proprietario di casa avrà un carico tributario superiore rispetto a tutti gli altri contribuenti Irpef.

Iniqua, perché nei fatti torna a trovare applicazione una forma di tassazione ormai unanimemente riconosciuta come vessatoria: quella che colpisce ai fini delle imposte sui redditi una manifestazione di ricchezza del tutto virtuale come è quella rappresentata dalla rendita catastale dell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale. Tassazione che si aggiunge – giova ricordarlo – all’imposizione patrimoniale costituita dall’Ici.

Insomma, come se non bastasse la scure sugli immobili rappresentata dalla messa a regime di un Catasto patrimoniale (di valori, cioè, anziché di redditi) – contenuta nel disegno di legge governativo che la prossima settimana tornerà all’esame della Camera dei Deputati – i proprietari di casa si ritroveranno una tassa in più già nella prossima dichiarazione dei redditi.

Fonte: Confedilizia

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